Passione Vespa: dal fienile spunta un modello storico
Inviato: 12/04/2021, 9:45
Trovare un raro modello storico nascosto in un fienile è sempre stato il sogno do ogni appassionato, un sogno che sembrava possibile realizzare fino ad almeno 30 anni fa, ormai non è rimasto più niente, o quasi... evidentemente vale la pena di cercare ancora... se si è particolarmente determinati e soprattutto fortunati!
Individuato e recuperato da due appassionati, ci sono voluti sei anni per trovare i pezzi e riportare in vita un “ammasso di rottami”
(articolo tratto da "Alto Adige" del 12 aprile 2021)
BOLZANO. «Ogni ferro ha un'anima, bisogna solo valorizzarla». E quel ferro Ettore Proietti Checchi, socio di Egna del Veteran Car Team, assieme al figlio Alan, l’ha valorizzato, eccome. E così da un rottame, un relitto sepolto da decenni da polvere, vecchi materassi e lamiere, in una rimessa di Sarentino, è ri-nata una bellissima Vespa, ricostruita da Proietti Checchi con un lavoro minuzioso, fatto di tanta passione e pazienza.
Un lavoro durato sei anni, per recuperare i pezzi e riportare in vita quello che ogni vespista sa, e cioè, non una semplice “moto”, ma un capolavoro dell’ingegno e dell’industria italiana del secondo dopoguerra. Quando Proietti Checchi e il figlio l’hanno recuperata era solo una ammasso di ferro arrugginito, un telaio ormai senza vita, che aveva perso anche le tracce della laccatura.
Il restauro ha visto una notevole spinta nel mesi lunghi del lockdown. «In questo periodo che sembra non finire mai, i nostri soci hanno potuto dedicarsi a questa passione, senza assembramenti, soli, nel loro garage o cantina, accompagnati nella maggioranza dei casi proprio dai figli, sì quei figli che per svariate ragioni non possono andare a scuola - spiega Davide Brancalion, presidente del Veteran Car Team, che racconta la storia della rinascita di questa storica Vespa -. Senza perdersi d’animo i nostri giovani con tuta da meccanico e le mani sporche d’olio passano il tempo fianco a fianco di esperti padri e solo questo meriterebbe un riconoscimento pubblico.
Sei anni sono passati da quando, passando davanti ad un fienile di un maso di Sarentino, il nostro socio Ettore Proietti Checchi di Egna, accompagnato dal figlio Alan, ha scovato un rottame. Guardando meglio, come fosso un porcino da due chili, hanno intravisto quell’ammasso di ruggine contorta, che avrebbe potuto essere proprio una Vespa. Così hanno chiesto al contadino se potessero tirarla fuori, che con gentilezza ha dato l'okay, dicendo anche che se avessero portato via quel ferro vecchio gli avrebbero fatto solo un favore. Senza perdere un minuto, Ettore e Alan hanno iniziato il loro lavoro, passando tutti i giorni a fare calcoli, ricostruendo pezzo per pezzo, di lamiera, di meccanica, e finalmente dopo sei anni sono riusciti a metterla in moto con uno splendido abbraccio tra padre e figlio per il capolavoro svolto».
Ma non sono i soli.
Anche il giovane Hubertus Von Eyrl di Terlano sta ripercorrendo i loro passi. «Hubertus ha ricevuto un rottame di Vespa per il suo 18esimo compleanno ed ora, giorno dopo giorno, sta plasmando la sua Vespa, o forse dovremmo dire la nostra Vespa, perché queste Vespe sono opere che resteranno alle prossime generazioni a ricordo di quello che eravamo, forse da dove siamo partiti dopo la Seconda Guerra Mondiale. Noi tutti siamo orgogliosi di avere tra i nostri soci persone che non restaurano per denaro, ma solo per passione, passione da trasmettere ai nostri figli o nipoti, una passione sana. Di questi restauri presto ne faremo una mostra fotografica in collaborazione con Upad, perché queste persone meritano un riconoscimento pubblico. E che queste piccole opere d’arte vengano viste da più persone».
Individuato e recuperato da due appassionati, ci sono voluti sei anni per trovare i pezzi e riportare in vita un “ammasso di rottami”
(articolo tratto da "Alto Adige" del 12 aprile 2021)
BOLZANO. «Ogni ferro ha un'anima, bisogna solo valorizzarla». E quel ferro Ettore Proietti Checchi, socio di Egna del Veteran Car Team, assieme al figlio Alan, l’ha valorizzato, eccome. E così da un rottame, un relitto sepolto da decenni da polvere, vecchi materassi e lamiere, in una rimessa di Sarentino, è ri-nata una bellissima Vespa, ricostruita da Proietti Checchi con un lavoro minuzioso, fatto di tanta passione e pazienza.
Un lavoro durato sei anni, per recuperare i pezzi e riportare in vita quello che ogni vespista sa, e cioè, non una semplice “moto”, ma un capolavoro dell’ingegno e dell’industria italiana del secondo dopoguerra. Quando Proietti Checchi e il figlio l’hanno recuperata era solo una ammasso di ferro arrugginito, un telaio ormai senza vita, che aveva perso anche le tracce della laccatura.
Il restauro ha visto una notevole spinta nel mesi lunghi del lockdown. «In questo periodo che sembra non finire mai, i nostri soci hanno potuto dedicarsi a questa passione, senza assembramenti, soli, nel loro garage o cantina, accompagnati nella maggioranza dei casi proprio dai figli, sì quei figli che per svariate ragioni non possono andare a scuola - spiega Davide Brancalion, presidente del Veteran Car Team, che racconta la storia della rinascita di questa storica Vespa -. Senza perdersi d’animo i nostri giovani con tuta da meccanico e le mani sporche d’olio passano il tempo fianco a fianco di esperti padri e solo questo meriterebbe un riconoscimento pubblico.
Sei anni sono passati da quando, passando davanti ad un fienile di un maso di Sarentino, il nostro socio Ettore Proietti Checchi di Egna, accompagnato dal figlio Alan, ha scovato un rottame. Guardando meglio, come fosso un porcino da due chili, hanno intravisto quell’ammasso di ruggine contorta, che avrebbe potuto essere proprio una Vespa. Così hanno chiesto al contadino se potessero tirarla fuori, che con gentilezza ha dato l'okay, dicendo anche che se avessero portato via quel ferro vecchio gli avrebbero fatto solo un favore. Senza perdere un minuto, Ettore e Alan hanno iniziato il loro lavoro, passando tutti i giorni a fare calcoli, ricostruendo pezzo per pezzo, di lamiera, di meccanica, e finalmente dopo sei anni sono riusciti a metterla in moto con uno splendido abbraccio tra padre e figlio per il capolavoro svolto».
Ma non sono i soli.
Anche il giovane Hubertus Von Eyrl di Terlano sta ripercorrendo i loro passi. «Hubertus ha ricevuto un rottame di Vespa per il suo 18esimo compleanno ed ora, giorno dopo giorno, sta plasmando la sua Vespa, o forse dovremmo dire la nostra Vespa, perché queste Vespe sono opere che resteranno alle prossime generazioni a ricordo di quello che eravamo, forse da dove siamo partiti dopo la Seconda Guerra Mondiale. Noi tutti siamo orgogliosi di avere tra i nostri soci persone che non restaurano per denaro, ma solo per passione, passione da trasmettere ai nostri figli o nipoti, una passione sana. Di questi restauri presto ne faremo una mostra fotografica in collaborazione con Upad, perché queste persone meritano un riconoscimento pubblico. E che queste piccole opere d’arte vengano viste da più persone».
